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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

LA TEORIA DEL MOVIMENTO

Per Aristotele esistono quattro tipi di movimento differenti: il movimento sostanziale : che consiste nella generazione e nella corruzione il movimento qualitativo : viene rappresentato dal mutamento o dall'alterazione il movimento quantitativo : consiste nell'aumento e nella diminuzione il movimento locale: spostamento da un luogo all'altro       Il movimento locale è fondamentale in quanto tutti gli altri movimenti derivano da esso, a sua volta viene diviso in quattro parti. il movimento circolare : intorno al centro del mondo il movimento dall'alto verso il basso il movimento dal centro verso l'alto   È in base alla natura del movimento che Aristotele classifica le varie sostanze fisiche: il fuoco e l'aria, che si muovo al centro del mondo verso l'alto, l'acqua e la terra che si muovono dall'alto verso il centro del mondo. La differente dislocazione degli elementi dipende dal loro peso: l'elemento più pesante è  la terra, c

LE TEORIE DELLE QUATTRO CAUSE

La fisica Aristotelica si occupa delle sostanze che mutano e si trasformano pertanto è una teoria del movimento. Aristotele spiega il divenire mediante le nozioni di atto e potenza: ogni sostanza possiede delle qualità potenziali che attraverso un processo di trasformazione possono realizzarsi pienamente e raggiungere la forma in atto. Ad esempio diciamo che il gas è infiammabile perché sappiamo che ha la potenza di bruciare, a condizione che accendiamo una fiamma. Dall'esempio si capisce che ogni trasformazione, ossia ogni passaggio dalla trasformazione all'atto, richiede delle particolari condizioni e determinate cause: il gas non brucia se non in presenza di una fiamma. Aristotele, procedendo con rigore analitico giunge ad elaborare una sottile e originale spiegazione dei fenomeni, riconoscendo all'origine di ognuno di essi quattro tipi di cause: una causa Materiale : la materia di cui ogni cosa è fatta  una causa Formale : la forma, ciò che fa si che una cosa si pr

LA METAFISICA

La metafisica è la scienza che studia l'essere in quanto essere. Aristotale nota che noi usiamo il termine "essere" in molti modi, di solito per predicare qualcosa di qualcos’altro (Socrate è alto, Socrate è là fuori e così via) e distingue dieci categorie, cioè tipi di predicati. Ma è della prima categoria, la sostanza, che sono predicate tutte le altre categorie: la qualità è la qualità di un qualcosa, la quantità è quantità di un qualcosa, etc.. La filosofia prima o metafisica, dunque, che è la scienza dell’essere in quanto essere, si occuperà della sostanza. La trattazione di Aristotele sulla sostanza è piuttosto complessa, e coinvolge la nozione sotto diversi punti di vista, ma è possibile cogliere il concetto di sostanza facendo appello al senso comune: la sostanza non è l’idea di Socrate, nè le molecole di Socrate nè la sua struttura geometrica, nè gli elementi naturali che compongono il suo corpo. La sostanza di Socrate è Socrate: è un individuo che come tal

ARISTOTALE

Aristotale , f ilosofo greco nacque a Stagira nel 384-83 a. C. e mori a Calcide nel 322 a. C.. Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia platonica; dopo la morte di Platone iniziò un periodo di viaggi durante il quale insegnò in molte città; tra il 343 e il 342 si occupò, su richiesta di Filippo II di Macedonia, dell'educazione di Alessandro Magno; tornato ad Atene   fondò nel 335-34 la sua scuola, il Liceo. La sua attività di ricerca è stata prodigiosa: ha affrontato studi di metafisica, fisica, biologia, psicologia, etica, politica, poetica, retorica e logica, discipline cui diede veste sistematica, creando una vera e propria "enciclopedia del sapere" che ha dominato la cultura occidentale sino al 17° secolo. Il corpus aristotelico , cioè il complesso delle sue opere a noi pervenute, è costituito dagli scritti esoterici   (interni, cioè destinati alla su

IL DILEMMA DEL TERZO UOMO

L'argomento del terzo uomo è una critica che Aristotele muove a Platone; ma lo stesso Platone si era occupato dello stesso nel Parmenide. Se l'idea dell'uomo è l'uomo per eccellenza, come possiamo pensare che gli uomini sensibili siano sue copie? Se fosse così i vari uomini sensibili dovrebbero avere qualcosa in comune con questa idea. Questo elemento in comune è appunto il terzo uomo cioè ciò che l'idea di uomo e l'uomo sensibile (cioè realmente esistente) hanno in comune. Ma come si può dire che l'idea universale ha in comune qualcosa con l'uomo sensibile e qualcosa con questo terzo uomo? Solo indicando un altro "quarto" uomo che abbia qualcosa in comune sia con l'idea universale, con l'uomo sensibile e con il terzo uomo. Così si può andare avanti all'infinito!! Dunque la teoria delle idee che nasce per dare un fondamento unitario al molteplice produce invece l'opposto.    Parmenide è l'interlocutore del dialogo co