L'UOMO COME CRITERIO DI GIUDIZIO DELLA REALTÁ
Protagora è il pensatore più originale del movimento, famoso in tutta la Grecia per la sua straordinaria eloquenza. A lui la tradizione attribuisce la celebre affermazione secondo la quale "L'uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono".
In primo luogo, "uomo" può essere inteso come l'individuo singolo e, dunque, l'affermazione significherebbe che le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista soggettivi. In secondo luogo, il termine "uomo" può essere interpretato come "umanità", "genere umano", e dunque Protagora si riferirebbe al fatto che la percezione e la valutazione della realtà dipendono dalla particolare conformazione mentale degli uomini. L'ultima prospettiva è quella che attribuisce al termine "uomo" il significato di "civiltà" o "popolo", e pertanto equivale a una forma di relativismo culturale, secondo cui le cose sono valutate in modo diverso a seconda delle abitudini e delle convinzioni della comunità a cui gli uomini appartengono. Ciò che emerge dal frammento protagoreo è dunque una visione relativistica: non esiste una verità assoluta. Allo stesso modo, non vi è una legge naturale e universale che stabilisca che cos'è giusto e che cos'è ingiusto, che cos'è bene e che cos'è male. Il relativismo di Protagora riconduce tutte le conoscenze al contesto umano, sociale e culturale in cui si sono formate. Da questo punto di vista la sua concessione può essere considerata come una forma di "umanismo", in quanto l'uomo è sempre criterio o punto di riferimento di ogni giudiziosulla realtà.
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IL POTERE DELLA PAROLA
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Coloro che possiedono gli strumenti logici ed espressivi più efficaci possono convincere gli altri della validità delle proprie posizioni. Protagora afferma di proseguire l'utilità comune,cui indirizza l'insegnamento della retorica, cioè l'arte di persuadere l'uditorio mediante un linguaggio chiaro,semplice e convincente. Il metodo protagoreo o metodo dell'antilogia si fonda sul presupposto che su ogni cosa sia sempre possibile addurre argomenti a favore e contrari.
LA POLITICA COME "TECNICA DI TUTTE LE TECNICHE"
Il sofista di Abdera, Democrito, delinea una particolare tesi dello sviluppo della civiltà, inteso come un progresso costante dovuto alle tecniche, grazie a cui l'uomo trasforma l'ambiente naturale sottomettendolo ai propri bisogni. Le tecniche, tuttavia, non basterebbero da sole a garantire la sopravvivenza del genere umano se non si fosse sviluppata anche "la tecnica di tutte le tecniche", cioè la politica. Come si legge nel mito di prometeo narrato nel dialogo, tale tecnica deve essere posseduta indifferentemente da tutti gli uomini.
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