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Il termine "sofista", che nell'antichità significava letteralmente "sapientissimo", nel linguaggio odierno evoca qualcosa di artificioso. Nel significato di questo termine sembrano essere confluite quelle connotazioni negative che al movimento sofistico erano state attribuite dai filosofi posteriori, ad esempio da Platone e da Aristotele.
PROGETTO EDUCATIVO DEI SOFISTI
I sofisti si muovono nel fecondo contesto culturale dell'Atene del V secolo; un ambiente antitradizionalista e critico, aperto alla discussione e al dibattito, di cui essi si fanno interpreti esemplari esprimendo un'inedita libertà di spirito e un'attitudine a utilizzare in modo spregiudicato la ragione in tutti gli ambiti. Il loro fine principale è quello del sapere, inteso come unico fondamento della virtù. Una virtù adatta al nuovo clima culturale e al nuovo ambiente cittadino caratterizzato dalla democrazia. La nuova virtù coincideva essenzialmente con la capacità di vivere in società, di saper partecipare ai pubblici dibattiti, di essere in grado di convincere gli altri della propria idea, di assumere decisioni rapide e condivisibili . Una virtù, che da una parte comportava il confronto civile e politico e, dall'altra, la padronanza ampia e sicura del linguaggio e della parola. I sofisti si dedicano pertanto a formare i giovani per renderli adatti alle nuove esigenze della vita sociale, mirando a offrire loro un sapere che abbia un risvolto pratico e operativo, cioè orientato al successo e alla riuscita individuale, si impegnano ad addestrarli nella complessa "arte politica".
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