Nel Fedro compare Il mito della biga alata un dialogo massimamente dedicato all' Immortalità dell'anima illustra l'incarnazione. L'anima è raffigurata come un cocchio su cui si trova un auriga che governa una coppia di cavalli alati. L'anima viene guidata al seguito degli dei, nella regione che è la sede dell'essere, cioè della vera sostanza (ousia). Tale sostanza non è altro che il mondo delle idee, descritto come un'essenza contemplabile solo dall'intelletto. Ogni anima vuole attingere ciò che le è proprio, contemplando la verità, di cui si nutre e gode. I due cavalli sono in perenne conflitto tra loro in quanto uno, il cavallo bianco, è buono e di razza l'altro, il cavallo nero, no: il primo è simbolo delle energie psichiche, della forza d'animo e tende a rimanere nel mondo delle idee; il secondo è simbolo dei desideri e cerca di spingere l'auriga verso il mondo sensibile, verso l'incarnazione. L'auriga è simbolo della ragione che ha il compito di tenere a freno le passioni e di bilanciare l'impeto del cavallo nero. Quando non ci riesce, l'anima dal cielo precipita su questa terra, s'incarna in un corpo e così perde la visione delle essenze.
Nel Fedro viene descritto il concetto di amore platonico, ossia un amore sublime, non legato alla dimensione sessuale e alla dimensione passionale. Si tratta di un amore puro, che conduce la conoscenza verso l'assoluto.
Nel Fedro Platone descrive una delle quattro prove che fornisce dell'immortalità dell'anima, argomentazioni che testimoniano l'influenza dei pitagorici.
1-prova dei contrari: richiamo la filosofia di Eraclito, l'idea dei contrari che alimenta continuamente la vita fa sì che tutto muoia nel fenomeno che chiamiamo morte ma in realtà dalla morte scaturisce la vita pensando che solo il corpo sia coinvolto in questo meccanismo e l'anima n'è esclusa con la morte termina solo la vita del corpo mentre per l'anima è una liberazione.
2-prova della reminiscenza: (un po' quella del Menone). Si pone il problema di quando siano state fissate le idee. Quindi l'anima si mantiene dopo la morte del corpo stesso. L'anima è superiore nei confronti del corpo.
3- prova dell'analogia dell'anima con le idee:tutto ciò che è visibile all'occhio fisico è soggetto a decadimento, le idee invece, oggetto di una visione intellettuale, sono perfette immutabili, immortali. L'anima essendo partecipe della natura delle idee è immortale.
4- prova che parla delle anime come principio di vitalità: ogni cosa esistente trova il suo principio di vita nell'anima. Se l'anima è principio di vitalità non può tradursi nel suo contrario, quindi l'idea della morte dell'anima significherebbe non accettare la vita.
Commenti
Posta un commento